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Come gli Argonauti, anche noi siamo stati attratti dall’isola Aethalia, oggi conosciuta come Isola d’Elba
- 5 luglio 2019
- Posted by: San Leone Magno
- Category: Generale Scuola Secondaria 1° Grado

Una delle prime citazioni storiche dell’Isola d’Elba risale al I secolo a.C.: lo storico Diodoro Siculo narra che i famosissimi Argonauti, dopo aver conquistato il vello d’oro, raggiunsero un’isola del Mediterraneo chiamata Aethalia dove crearono un piccolo porto per le loro navi. Chiamarono questo porto Argon, dal nome della loro imbarcazione Argo. L’isola Aethalia era proprio l’Isola d’Elba e il porto di Argon, secondo la leggenda, era la spiaggia delle Ghiaie, a nord di Portoferraio.
Noi alunni di III media abbiamo raggiunto questa splendida isola ai primi di giugno, ma non per gli stessi scopi degli Argonauti, bensì solo per trascorrervi tre magnifici giorni che hanno significato vacanza, sole, mare e divertimento, ma soprattutto l’ultimo saluto prima di separarci dopo tanti anni passati insieme, in altre parole, la gita di fine III media all’Isola d’Elba, che si è rivelata essere una splendida esperienza di condivisione tra noi compagni ed i nostri amati proff,, tutti molto affettuosi con noi, in primis la nostra Preside, prof.ssa Alessandra Spagna
L’Isola d’Elba è la più grande delle isole dell’arcipelago toscano, splendido mare immerso nella natura selvaggia ma perfettamente esplorabile.
Tre giorni di giochi sulla spiaggia, bagno ma anche splendide escursioni:
I giorno) Spiaggia di Procchio che abbiamo raggiunto dopo una bellissima lunga passeggiata durante la quale abbiamo ammirato lo splendore del paesaggio; la guida che ci ha supportato ha introdotto le caratteristiche geologiche dell’isola; poi, siamo andati alla ricerca degli organismi marini animali e vegetali spiaggiati.
II giorno)
Naregno: abbiamo fatto una splendida escursione naturalistica in direzione del promontorio tra i bellissimi colori delle piante aromatiche della macchia mediterranea, orchidee e farfalle, per poi raggiungere la spiaggia caratterizzata da un mare cristallino.
Poi, abbiamo raggiunto la Spiaggia di Barbarossa, seguendo un sentiero panoramico, al lungomare del paese di Porto Azzurro, costeggiando le mura del Forte di S.Giacomo, una struttura nata per scopi difensivi, ma poi adibita a sede penitenziaria.
III giorno) Abbiamo visitato l’ acquario di Marina di Campo dove abbiamo visto delle splendide vasche di pesci e crostacei, senza dimenticare il coloratissimo mondo dei molluschi e il misterioso mondo degli squali.
Abbiamo incontrato e conosciuto da vicino quasi tutte le principali specie costiere di Pesci, oltre a diverse specie pelagiche e alcune di profondità; e poi Crostacei, dalle aragoste alle più disparate e curiose varietà di gamberi, granchi e cicale; Molluschi, dal Polpo al Tritone, la più grande “lumaca” esistente nei nostri mari. E poi ancora un gran numero di varietà di ricci e stelle di mare, gorgonie, briozoi, oloturie, ascidie.
Abbiamo anche scoperto che è stato proprio in questo acquario che ha avuto la sua prima casa l’ormai mitico “Polpo Paul”, l’indovino diventato famoso durante i mondiali di calcio del 2010.
Ed adesso possiamo soddisfare una vostra curiosità… Sapete la storia della bandiera dell’isola d’Elba? Eccola qui, così come l’abbiamo scoperta sul posto:
Nel corso della storia, l’ Isola d’Elba, che insieme alle altre isole fa parte dell’Arcipelago Toscano, il più grande Parco Nazionale Marino d’Europa, ha avuto tante bandiere quanti sono stati i popoli che l’hanno dominata: da quella della repubblica pisana a quella dei Medici, da quella spagnola al tricolore francese, fino ad arrivare a quella attuale, una bandiera bianca con una striscia rossa trasversale su cui spiccano tre api dorate.
La storia della bandiera dell’Isola d’Elba è molto particolare: sembra sia stata issata a Portoferraio il 4 maggio 1814, il giorno dello sbarco di Napoleone sull’isola, per sua stessa volontà. La bandiera è stata a lungo oggetto di varie interpretazioni che hanno di volta in volta attribuito alle api significati diversi. La spiegazione più attendibile, però, è quella che fa risalire il simbolo dell’ape dorata alla dinastia dei Merovingi, con cui Napoleone aspirava a creare un legame. La bandiera, dunque, confermava nella volontà napoleonica l’unità del suo regno e negli anni divenne così famosa e apprezzata che pare venisse salutata con rispetto dai pirati barbareschi che passavano di fronte all’isola d’Elba.